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Beccaria ancora in fiamme, incendio e devastazione

Beccaria ancora in fiamme, incendio e devastazione

Alta tensione nel carcere minorile dopo gli arresti degli agenti

MILANO, 06 maggio 2024, 17:58

di Stefano Rottigni

ANSACheck

Incendio in carcere per minori Beccaria di Milano, nessun ferito - RIPRODUZIONE RISERVATA

    Il carcere per minori Cesare Beccaria di Milano, all'estrema periferia del capolugo lombardo, continua a rimanere una polveriera, nonostante ora abbia da dicembre un direttore, dopo anni di facenti funzioni, e la Procura stia cercando di fare chiarezza sui maltrattamenti, che sono sconfinati nella tortura, da parte di agenti della Polizia penitenziaria, alcuni arrestati, altri sottoposti a diverse misure caultelari.

La notte tra domenica e lunedì un detenuto ha dato fuoco a un materasso e l'incendio ha coinvolto due celle ma il fumo ha invaso tutto il secondo piano tanto che 67 detenuti (quasi tutti quelli presenti nell'istituto) sono stati raggruppati in uno spazio comune mentre intervenivano i vigili del fuoco. Le fiamme, però, sono state solo l'inizio. I reclusi non volevano rientrare nelle loro celle e tredici di loro hanno capeggiato una sorta di rivolta durante la quale sono stati mandati in frantumi i vetri delle porte blindate e distrutti gli arredamenti. Questo fino a quando la direzione del carcere non ha chiesto l'intervento della Polizia che è arrivata con il funzionario di turno ma, soprattutto, con il Reparto mobile, con l'equipaggiamento antisommossa.

Non è stato necessario che il reparto agisse perché è tornata una calma relativa. Anche gli operatori del 118 sono stati presi di mira ma alla fine sono riusciti a prestare i soccorsi a un diciottenne egiziano che era in preda a convulsioni. Delle responsabilità dei minori si occuperà la Procura minorile mentre quella ordinaria ha delegato a indagare gli agenti della Squadra mobile e lo faranno con il coordinamento del pm Giulia Floris in stretto contatto con gli inquirenti a cui è affidata l'indagine che ha portato agli arresti tra gli agenti di Polizia penitenziaria. Tra l'altro, un presunto pestaggio, ricostruito nell'inchiesta, sarebbe scaturito proprio come "ritorsione" perché un ragazzo era stato accusato di aver causato un incendio.

Anche quello della notte scorsa - è stato accertato - è stato appiccato volontariamente, pare a un materasso e rischiava di crearsi la situazione del Natale del 2022 quando sette detenuti furono protagonisti di un'evasione da film, usando un lenzuolo e approfittando di un cantiere per dei lavori. E non è escluso che la notte scorsa qualcuno di loro abbia pensato al bis. Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) descrive "una devastazione completa" e afferma che " sembra che tutti i detenuti maggiorenni saranno trasferiti".

Donato Capece, segretario generale Sappe aggiunge che "da anni, specie da quando la politica ha deciso che anche i maggiorenni fino a 25 anni possono essere ristretti nelle carceri minorili, abbiamo chiesto inutilmente ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile". Fa loro eco il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria (S.p.p.) Aldo Di Giacomo: "Non vorremmo che ad arroventare il clima, già surriscaldato, abbia contribuito la campagna scatenata contro gli agenti penitenziari per i fatti recenti". "Qualcuno forse si era illuso di scaricare tutto sulla polizia penitenziaria - sottolinea -. L'episodio è solo la nuova conferma che siamo in presenza di un istituto difficile in particolare per età e provenienza dei giovani detenuti. Sinora a pagare sono sempre e solo gli agenti e il personale penitenziario".

   

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