La giovane avvocatura (rappresentata
dall'Aiga, l'associazione dei legali under45) protesta contro la
recente nota dell'Anac (Autorità anticorruzione) "trasmessa alla
cabina di regia presso la presidenza del Consiglio e ai
ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture", nella quale "si
richiede un intervento legislativo per armonizzare la disciplina
dell'equo compenso al codice dei contratti pubblici".
Lo si legge in una nota dello stesso sindacato dei
professionisti presieduto da Carlo Foglieni, secondo cui
l'iniziativa punta ad "una vera e propria 'neutralizzazione'
della legge 49/2023 (la disciplina sulla giusta remunerazione
per i servizi degli autonomi in vigore dal 20 maggio scorso,
ndr) contenente le tutele, faticosamente ottenute, per i
compensi" degli occupati indipendenti.
Per l'Aiga "non si comprende perché, negli appalti pubblici, ai
lavoratori dipendenti debba essere garantita la tutela
equivalente a quella prevista dal contratto collettivo nazionale
di lavoro di settore, che noi riteniamo, profondamente, giusta e
analoga tutela non debba essere garantita ai professionisti".
La giovane avvocatura si legge, dunque, in una nota, "continuerà
a vigilare sui tentativi di eludere l'applicazione della norma
sull'equo compenso per garantire il rispetto di uno dei diritti
fondamentali in favore di tutti i professionisti e promuoverà
ogni azione, in tutte le sedi, volte a scongiurare qualsivoglia
tentativo di 'demolizione' della legge faticosamente approvata".
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